11/11/2011 > 31/01/2012
Non svegliate Holden (e la teoria dei neuroni specchio)
INTRODUZIONE
Negli anni 90,la ricerca scientifica si è imbattuta in una scoperta non poco rilevante:un determinato tipo di neuroni ,presenti nella testa dell’uomo e degli animali, agivano in modo assai particolare.
Si è potuto constatare che i neuroni che si attivano in un soggetto che compie un azione,vengono attivati anche in chi osserva quell’azione, come se fosse quest’ultimo a compierla.
Un’ imitazione voluta o autonoma e indipendente prova che questo sistema chiamato specchio, stia alla base della conoscenza umana ed in particolare dell’evolversi del linguaggio,secondo alcuni,tramandato attraverso un sistema di codifica/decodifica dell’informazione trasmessa emulandola.
Escludendo il fatto che essa sia una scoperta di fondamentale importanza per la sociologia la psicologia, quanto la scoperta del DNA lo è stato per la biologia, la teoria dei neuroni specchio
sembra vestire con mood attillato, l’essenza del desiderio mimetico, spiegato dal filosofo René Girard.
Noi imitiamo.
Imitiamo? Ma non siamo esseri originali, che significa?
Siamo come privi di pulsione creativa.?
Al contrario essa risiede in noi sin dall’infanzia quando imitiamo tutto quello che ci circonda.
Pensiamo ai bambini; cosa fanno se non emulare?
L’uomo è ciò che è perché imita chi gli sta vicino.
Il nostro desiderio è sempre legato all’esibizione del desiderio di qualcun altro. Imitiamo il prossimo perché è felice e di conseguenza desideriamo la sua felicità.
Mentre contro-imitiamo chi non ci piace o disprezziamo.
Ma non è tutto rose e fiori,
l’emulare si divide in due.
Quando si imita qualcuno che è fuori dalla portata del soggetto: tipo Obama, Lady Gaga, Rocky o il Papa, il soggetto vive la follia ottimista incontrastata di essere qualcuno di loro, (mediazione esterna), mentre se egli desidera qualcosa di vicino e reale, come la felicità e i successi del proprio compagno di banco ed in questo caso l’oggetto conteso non è condivisibile, il mediatore si trasforma in ostacolo e rivale e dalla rivalità si passa alla violenza (mediazione interna).
1 CAPITOLO
Se due individui, imitandosi, desiderano la stessa cosa, può benissimo aggiungersi un terzo, un quarto… e il conflitto dei primi si allarga. La violenza è essa stessa imitativa e si può quindi assistere ad un processo a catena. L’oggetto della contesa passa in secondo piano e il conflitto mimetico si trasforma in antagonismo generalizzato. Ma quando la violenza non può scaricarsi sul nemico che l’ha eccitata, si sfoga come su un bersaglio sostitutivo. (wikipedia)
La storia è intrisa di vittime sacrificali, portatrici di pace o più o meno, occultate nell’anonimità, da Gesù alla violenza della seconda guerra mondiale, l’uomo ha sempre cercato, il suo sacrificio take away. Per encicolpedizzare la fame di evoluzione culturale egli agisce come la scimmia in prova, che nella stanza biologica, per imitare la prima scimmia afferra la banana.
2 CAPITOLO
La genesi del male scaturisce da diverse forme imperative di imitazione, la macchia imitativa dilaga, perché imitativa anch’essa. Non ha mai avuto un fine, ma si è solo interrotto in un frame come in stop motion, alla frase “chi non ha peccato scagli la prima pietra” come in uno still rallentato, tutto si blocca per ripartire qualche ora dopo.
La nostra fame ci spinge ben più in la dei personaggi vangelici o proustiani, e quest’utima ci fa muovere in fila indiana, come in un negozio di H&M per permetterci di scegliere il modello più adatto alle nostre condizioni, permettendoci di trasferire il nostro desiderio e indossarlo al prezzo che ha.
3 CAPITOLO
é possibile che il desiderio diventi violento perché non appagato è possibile che esso si trasformi continuamente.
4 CAPITOLO
Il giovane Holden
Chi meglio di lui, che affiora dalla paralisi delle sue stesse emozioni, ma che pulsa di energia ancora brufolosa, riesce ad essere vittima e desiderio nello stesso momento? Chi è stato ad infischiarsene del suo futuro, come se in quest’ultimo risedesse il destino universale di ogni singolo lettore? Quale epilogo migliore per un gran finale che promette ad Holden una fuga per nascondersi da troppi desideri mimetici che lo hanno trasformato da censura ad insegnante, a star, a sacrificio di parole?
Quello che ci insegna Holden non è più scritto sul suo libro, ma sui blog che parlano di lui:
Christian 18-07-2011, 23:19
Ho letto questo libro in due giorni e quando l’ho finito mi è dispiaciuto perchè mi è rimasto veramente nel cuore
Alessandro 04-03-2011
troppo troppo noioso…tra tutti i “Vattelapesca”, i “e compagnia bella” e gli “schifa” non ha trama, l’ unica cosa che ci viene raccontata sono i ricordi di Holden. Pessimo…Non lo consiglierei a nessuno
Vox Populi 22-02-2011, 12:32
Angelica: Un libro che, lascia senza fiato!
Mi ricorda Mark D Chapman, omicida di Mr.Lennon, innamorato di questo libro! Non aveva tutti in torti, in realtà pensava con la sua mente e non per sentito dire!
Roberta 09-07-2011, 22:10
E’ un libro fantastico e contemporaneamente distruttivo. Dopo averlo letto non si può rimanere indifferenti alla disillusione e alla rabbia che corrode l’anima di questo 17enne. Ribelle, anticonformista? Si, ma soprattutto molto solo. Dovrebbe essere letto da tutti gli adolescenti.
Andrew 18-07-2011, 16:38
Per me il libro e stato molto bello emi ha fatto capire cosa vuol dire nn vivere serenamente ed nn trovarsi il posto nel mondo cm aveva detto Mary
EPILOGO
Quando cambieremo il desiderio, che ormai da tante e tante generazioni rimane uguale, nell’amore e nell’odio, avremmo già trovato un altro ragazzo arrabbiato che ci racconta di se in pochi giorni.
Forse lo abbiamo già trovato, magari è proprio dietro di te e ti sta chiedendo una sigaretta, sapendo che non fumi o magari in questo momento è proprio di fronte a te e ti guarda leggere queste parole.
O magari è dentro di te.