Loading... Loading...

Eva Marisaldi – Silver Monsters

testo di Agata Polizzi

Ci sono alcune cose che non hanno bisogno di essere spiegate, solo accadono, lasciano un segno, restano. Persino anche quando non siamo d’accordo. Accadono perché devono, diventano poi vissuto e infine, ci appartengono.
Silver Monsters di Eva Marisaldi è un lavoro espositivo nato per la città di Palermo, un lavoro complesso e articolato su registri di lettura complementari, un lavoro che si nutre di molte parole, riflessioni, storie, visioni, anche in parte di ombre.
È un lavoro che resta aperto, una mappa mentale che il tempo conserva, come un ricordo, una cura per la memoria per non lasciare che l’oblio la indebolisca. Silver Monsters è impalcatura di un pensiero che ripercorre non solo l’attualità della storia collettiva e personale, ma anche i retroscena, quelle intime fantasie che sono fantasmi o forse farfalle, sono paure o forse virtù, sono le scorie di una umanità imperfetta eppure bella, capace di restare sospesa in un equilibrio fragile ma duraturo.

Eva procede con una poesia che è celata nel suo sguardo, nella capacità di dire senza esagerare, senza mai urlare, lei è attenta a lasciare che ci sia per ciascuno uno spazio di comprensione, una parte da costruire insieme, la possibilità di ragionare, senza forzature, senza imposizioni. Eva parla con la gentilezza di una donna, di un’artista, di una persona che ha rispetto. Rispetto per le idee altrui, per le debolezze altrui, per le parole altrui. Eva ha rispetto per l’altro. Il suo lavoro attraversa il tempo, senza paura, attraversa i dubbi, senza paura, perché è come schermato da una bellezza nascosta nella semplicità, nella calma di chi non ha timore dell’errore, non ha brama di spiegare tutto, per forza. Il lavoro di Eva è fatto da piccoli passi, che diventano piano piano grandi, che si perdono nei ragionamenti e nelle prove della quotidianità, passi piccoli ma decisi, lenti ma che hanno un peso, passi che sanno lasciare una traccia, che non hanno paura di esplorare, di tornare indietro o fermarsi, paura di perdersi. Il lavoro di Eva, come la sua mente, è libero. Appartiene al tempo ma non lo subisce, anzi si immerge in esso e nel farlo diventa complice, lo abita, lo interpreta.

Ho amato in ogni opera di Eva la grazia, resa attraverso segni minimi, quasi accennati; un lavoro nutrito da dettagli, sorretto da una forza che disarma, un ossimoro proteso tra la fragilità apparente e la incredibile potenza. La sua narrazione parte da uno sguardo sul presente recente del nostro Paese e della Sicilia, uno sguardo ampio e neutro, di chi osserva per capire. Sullo sfondo il mare Mediterraneo, con l’intensità delle sue acque profonde pari all’intensità delle sue storie, in cui è possibile tutto e ancora di più. Intreccio di lingue, di popoli, linee di confine e di verità, trame, narrazioni, parole per dire e per negare, suoni e infine silenzi. Sono queste le suggestioni di Eva, i mondi che ha esplorato a modo suo, senza mai un giudizio, confrontandosi con una complessità che è ricchezza, è possibilità, è superamento del limite.

Marisaldi offre la sua visione del reale in una gamma di opere che sono un piccolo archivio: disegni lievi come appunti e annotazioni; minuti preziosi ricami che guardano al passato, all’incapacità di preservarne talvolta la memoria, lacerati da mille pesciolini argento ma curati dall’intervento salvifico dell’artista; grandi stoffe blu dipinte come sipari di mondi sommersi;  riletture di capolavori iconici della nostra cultura quattrocentesca con l’omaggio ad Antonello da Messina e alla sua affascinate radicale genialità, infine fantasmi della cronaca, metafore del potere e delle sue incomprensibili storture. Un compendio che mette in relazione tra loro tempi e ambiti anche lontani e lo fa con la consapevolezza di chi sa legare insieme differenti piani di lettura restando coerente, centrato in un progetto narrativo che svicola per ritornare sempre sulla via maestra. Complici inaspettate in questa processo le letture di una Sicilia narrata da autori che ne hanno descritto pregi e difetti, tra questi Vincenzo Consolo, recente amico di Eva e guida nei sentieri non facili della conoscenza del carattere di un popolo antico e meticcio, generoso e complicato, oscuro e solare come sono, di rimando, la sua terra e il suo mare.

Eva Marisaldi si fa “cantastorie” e in Silver Monsters nell’incipit anglosassone, ancora una volta come un ossimoro, introduce in realtà ad una visione personalissima e interessante di un paesaggio culturale umano e reale che sotto il suo sguardo gentile diventa luogo dell’anima, luogo in cui molte cose sono accadute e molte altre ne accadranno. Luogo in cui per citare Consolo “(…) vibra improvviso, scatta, s’impenna, sprofonda, traccia vertici, imi, zigzag, acuti grovigli, disegna l’infarto del cuore profondo di rocce, di marne, di sabbie, l’ago del sismografo (…). Una terra sede del vulcano, in cui energia e distruzione convivono, in cui il sublime che sta nella indicibile bellezza segna le vite e le influenza, in cui il mare decide il passo, in cui il limite può essere valicato in un senso o nell’altro, una terra in cui ciascuno può essere nessuno se lo vuole, qualcuno se lo vuole, sé stesso sempre.

* Lepisma saccharina

Miraggio e Mistery Box sono prodotte in collaborazione con Enrico Serotti